“Protesta Margherita Franzese sulle deleghe per il Sostegno”
Margherita Franzese, insegnante di sostegno tra i coordinatori della rete, ha dichiarato riguardo la Riforma Sostegno:
“Siamo partiti in 65 e siamo già più di 103;
il nostro obbiettivo è il ritiro della delega e non la sua modifica parziale”.
Tiene a ribadirlo in maniera energica la Franzese poiché negli ultimi giorni, si è puntata l’attenzione sulla modifica al limite di 20 alunni per classe, in presenza di bambini o ragazzi disabili come stabilito dalla legge 104 del 1992.
“Come se un eventuale emendamento su questo solo punto potesse fermare in qualche modo la protesta”.
In realtà, spiega la docente, questo passaggio della legge è soltanto uno dei nodi problematici:
“quello che preoccupa e che indigna maggiormente, è la modifica ingiustificata di un modello di inclusione finora vincente, nell’ottica di una esclusione della famiglia e di una medicalizzazione sempre più spinta dall’esperienza scolastica”.
Di seguito, una serie di domande poste alla Professoressa Franzese
Nelle scorse ore le associazioni sono state ricevute dalla Ministra Fedeli e dal Sottosegretario De Filippo. Questo è stato il primo incontro ufficiale con i vertici, come è andato?
“Non abbiamo mai volto partecipare alle audizioni perché risultasse chiaro il nostro disaccordo sul modo di procedere. Le parti sociali devono essere coinvolte nel momento in cui una delega viene scritta, e non essere messe a confronto di essa a fatto compiuto.
L’incontro col Ministro è avvenuto in un clima di garbo e di rispetto, ma abbiamo ribadito la nostra posizione con fermezza.
Abbiamo optato per il ritiro della delega, e abbiamo spiegato, che non ci sia nulla da salvare”.
Quello che preoccupa è la sostituzione dei GLH con i GIT, come mai questa novità è così nociva?
“Dall’incontro abbiamo avuto conferma, che alla base di questo stravolgimenti ci sono solo motivazioni di risparmio.
I GIT saranno costituiti da due medici e da due docenti che non avranno conoscenza diretta dei ragazzi.
Inoltre, il nuovo modello tende ad escludere dal sostegno moltissime patologie e condizioni che fino ad oggi riuscivano ad essere gestite proprio grazie al supporto della classe dei docenti specializzati, prevedendo che i docenti curricolari si specializzino sui bisogni dei ragazzi”.
Cosa prevede il decreto per i ragazzi in grave situazione di Handicap?
“E’ prevista una vera e propria esclusione dal contesto Classe, con l’inserimento di figure paramediche, mentre noi docenti di sostegno sappiamo benissimo che anche i ragazzi più malati hanno bisogno dell’affetto dei compagni di classe.
Insomma, con questa legge torneremo indietro di decenni, perché la presenza del docente di sostegno aiuta l’alunno a sentirsi parte del gruppo.
Le famiglie sono ben consapevoli del fatto che senza il sostegno per i loro figli sarà sempre più difficile pensare a un futuro e molte possibilità saranno di fatto precluse, come l’accesso all’università”.
Prima ha accennato al rammarico di non essere stati ricevuti prima, come mai?
“A questo proposito, urge una riflessione sul modo di operare del Governo:
su temi delicati come la disabilità, è sbagliato tirare fuori deleghe su deleghe e mettere le persone con le spalle a muro, utilizzando emendamenti come risarcimenti per far tacere polemiche e rivendicazioni.
Una condotta più trasparente eviterebbe figuracce come quelle di qualche giorno fa:
nella delega sugli Esami di Stato, era stato scritto che i ragazzi portatori di handicap che non avessero sostenuto prove equipollenti, non avrebbero ottenuto la licenza, bensì colo una certificazione di frequenza”.
Ribadiamo, che nel vostro caso non è una semplice modifica al limite di alunni per classe, oppure ad un’altra clausola che potrà interrompere il movimento solidale che va avanti da giorni.
“Esatto. Teniamo che questo messaggio arrivi forte e chiaro a Viale Trastevere, e ammetto che l’incontro ci ha convinti.
L’aver visto con i nostri occhi che è solo un’esigenza di taglio alla spesa a guidare questa riforma che ci fa perseverare nella nostra rivendicazione, che sta riscuotendo sempre più consenso presso l’opinione pubblica.
La gente sta iniziando a chiedersi, perché mai la scure del risparmio debba abbattersi proprio sulla parte più vulnerabile della società.
Le famiglie con figli portatori di handicap, hanno bisogno di spazi e momenti di ‘Normalità’, cosa che solo l’inclusione scolastica come è stata praticata negli ultimi venti anni può garantire”.
Il vostro movimento riscuote appoggi trasversali nel panorama politico?
“Si, e questo ci motiva fortemente.
In occasione del presidio avanti al Parlamento il 23 febbraio scorso, è stato palese l’appoggio di esponenti sia di Sinistra Italiana, che del Movimento 5 Stelle, ma anche onorevoli di Forza Italia e Fratelli d’Italia sostengono insieme a noi il ritiro delle deleghe”.
A questo punto, cosa intendete fare?
“l’idea, sarebbe quella di creare un documentario, un video denuncia che informi la gente sullo straordinario percorso compiuto dall’Italia negli ultimi quarant’anni sul tema Inclusione.
Deve passare l’idea, che difendere i posti di lavoro sul sostegno, non significa soltanto salvare posti di lavoro, ma soprattutto salvaguardare la dignità di persone meno fortunate, ma che hanno il diritto di integrarsi nel tessuto sociale”.
Pensa che la Ministra Fedeli abbia recepito il messaggio?
“Forse siamo riusciti a metterle un tarlo, noi continueremo a far sentire la nostra voce.
Prossima tappa, lo sciopero del 17 marzo per il ritiro delle deleghe indetto dai Sindacati di Base”.