Gentile redazione,
vorrei rispondere alla lettera in oggetto,che a mio avviso, presenta varie inesattezze.
Secondo i pareri legali che ho ricevuto, per la partecipazione ad un concorso pubblico l’Amministrazione è tenuta  a verificare  il possesso di determinati requisiti di legge anche in materia penale da parte dei candidati, ovvero il non aver riportato determinate condanne penali che sono ostative al rapporto di lavoro nel pubblico impiego, quindi ha il compito di predisporre un modello di dichiarazione circoscritto a ciò, cosa che il Miur nei modelli sopra citati ha fatto: nella sezione F (requisiti generali) infatti il candidato dichiara di non trovarsi in tutta una serie di condizioni ostative anche penali (lettere c-l)  Il Miur ha predisposto un modello corretto e rispettoso dei diritti e degli interessi di entrambe le parti, circoscrivendo la dichiarazione alle condizioni ostative e non come l’autore della lettera sembra suggerire a quasiasi condanna penale riportata: infatti, obbligare il candidato a dichiarare in un atto pubblico, a disposizione della dirigenza e/o del personale scolastico, ( senza alcuna garanzia di rispetto del segreto d’ufficio) quasiasi condanna anche se non ostativa e quindi ininfluente, ledendo la sua dignità, la sua reputazione e la sua carriera, potrebbe costituire un eccesso di potere e  un abuso dei dati giudiziari (che sono equiparati ai dati sensibili e per il cui trattamento c’è un preciso Codice, molto restrittivo, con particolare riferimento all’utilizzo da parte di soggetti pubblici). In altre parole, “la modulistica idonea…contenente la dichiarazione di eventuali condanne riportate .. “a parere dell’interessata in realtà era un abuso di potere che il Miur ha correttamente provveduto a sanare, (cosa che dovrebbero fare anche le segreterie delle scuole).
Vorrei inoltre esprimere il più vivo sconcerto nel constatare come certi soggetti che, presumibilmente, operano nella scuola, mostrino un tale accanimento morboso nel pretendere che i docenti dichiarino esplicitamente dati sensibili, in toni tutt’altro che pacati, dando ordini al Miur (“il Miur dovrà obbligatoriamente inserire per legge…”?!)
Nella speranza che questa lettera di risposta venga pubblicata, (ovviamente in forma anonima senza l’indirizzo email), porgo distinti saluti
Una docente