Ecco il messaggio del Pontefice a tutti gli insegnanti e il suo racconto di quando era fanciullo.

“Tre mesi di vacanze all’anno”, “Orario lavorativo ridotto” “Troppe feste programmate” insomma i luoghi comuni negativi per la classe docente non mancano di certo, soprattutto nel mondo politico e amministrativo. Ma quando un messaggio di vicinanza proviene dal capo della Chiesa Cattolica, gli #insegnanti non possono che sentirsi fieri di tale ruolo.

Il messaggio di Papa Francesco

Così sono stati numerosi i messaggi di ringraziamento a Papa Francesco che in questi giorni ha difeso la classe docente tanto da essere definito “l’unico vicino a noi insegnanti”. Il Pontefice ha infatti più volte sottolineato l’importanza dell’educazione nella società odierna e il ruolo fondamentale dell’insegnamento per quelli che saranno gli uomini di domani.

Ma Il Papa ha anche affrontato il grave problema del rapporto tra genitori e docenti soprattutto alla luce degli ultimi fatti di cronaca che hanno visto insegnanti e presidi malmenati da madri o padri insoddisfatti o vendicativi dopo un rimprovero fatto al proprio figlio.

Sul rapporto tra genitori e figli Papa Francesco ha ribadito che “i figli osservano i comportamenti dei genitori e li giudicano”. Il Pontefice ha anche aggiunto che quando i ragazzi o i bambini a #Scuola si comportano male e vengono rimproverati o puniti dagli insegnanti, i genitori dovrebbero assecondare il corpo docente e rincarare la dose e non prendersela invece con i docenti. Oggi invece, sempre più spesso, dopo le “bravate” dei propri figli i genitori si indignano se il docente li ha rimproverati non rendendosi conto che il rimprovero è parte del processo educativo, compito dell’insegnante a cui il genitore decide consapevolmente di affidare il figlio.

L’esperienza a scuola del Papa

A tal proposito durante l’udienza generale di Mercoledì in Vaticano, Papa Francesco ha raccontato alla stampa un episodio di quando era bambino.

Al tempo il Pontefice aveva commesso una marachella ed era stato rimproverato prima dalla maestra e, una volta tornato a casa, anche dalla madre, che successivamente si era scusata con l’insegnante per l’atteggiamento avuto dal figlio. Lui si era sentito così mortificato da non aver più compiuto quella marachella.

“Il problema dei docenti – ha ribadito il Vescovo di Roma – è che non sono aiutati, e non ci sono leggi che li tutelano, anzi al contrario sono presi di mira e sottoposti a rigidi controlli. Proprio per questo gli insegnanti si sentono “soli, delusi e amareggiati” anche a causa della scarsa considerazione sociale di cui godono.

“Un insegnante non è solo un indottrinatore, ma anche un educatore, un psicologo, un sociologo e un assistente sociale in alcuni casi” ha continuato Papa Francesco, “e non sempre può farcela a ricoprire tutti questi ruoli, per questo invece di essere criticato va sostenuto e aiutato e il suo stipendio andrebbe adeguato a tutte le funzioni che svolge”

“Ho deciso di fare una preghiera speciale a tutti gli insegnanti – ha concluso infine il Papa – che sappiano che con loro è la mia benedizione”