Da oltre vent’anni lavorava nelle scuole della Brianza. A far partire le indagini un contenzioso tra la finta insegnante e il dirigente scolastico: lei lo aveva accusato di mobbing

Una donna di 49 anni, di Camparada (Monza), è stata denunciata dai carabinieri per truffa aggravata, falsità materiale commessa da privato ed esercizio abusivo della professione, per aver lavorato per quasi 20 anni psicologa libera professionista e insegnante di sostegno in istituti superiori della Brianza, millantando due lauree mai conseguite. La donna, secondo quanto ricostruito dalle indagini dei carabinieri di Vimercate (Monza), per accedere alle due delicate posizioni di insegnante di sostegno, nel 1999 al Meroni di Lissone (Monza), poi qualche anno fa all’Istituto Floriani di Vimercate, avrebbe presentato due certificati di laurea, uno in psicologia e l’altro in pedagogia, risultati falsi. La stessa donna, sempre dal 1999, avrebbe anche avviato l’autonoma professione di psicologa, pur senza essere in possesso dei requisiti. A portare i carabinieri a indagare su di lei, sarebbe stata un contenzioso nato a scuola tra la falsa professoressa e il dirigente scolastico per l’organizzazione di una gita, segnalata dall’istituto ai militari. La donna, in quell’occasione, aveva dichiarato ai carabinieri di essere vittima di mobbing, facendo partire tutti i controlli di rito.

Le carenze

Ma com’è possibile che per tutti questi anni nessuno abbia verificato i titoli di studio della «docente»? A favorire l’ingresso della truffatrice nella scuola è stato probabilmente il cronico bisogno degli istituti di insegnanti di sostegno: nonostante le ultime assunzioni, la discrepanza tra organico di fatto e di diritto (quelli che servono realmente e quelli che invece sono sulla «carta») fa sì che ogni anno le scuole siano costrette a chiamare anche all’ultimo minuto docenti in aiuto di ragazzi problematici o con handicap più o meno gravi, e che quindi circa 47 mila insegnanti di sostegno su 150 mila siano «in deroga». Un disagio per le famiglie, che a volte fino ad ottobre/novembre non hanno la sicurezza di avere un referente per il proprio figlio. Ma anche per i dirigenti, che per poter definire le caselle vacanti sono costretti a scegliere velocemente e a sistemare i prof disponibili senza eccessive verifiche. Come nel caso della professoressa senza laurea né abilitazione.