Da oltre vent’anni lavorava nelle scuole della Brianza. A far partire le indagini un contenzioso tra la finta insegnante e il dirigente scolastico: lei lo aveva accusato di mobbing
Le carenze
Ma com’è possibile che per tutti questi anni nessuno abbia verificato i titoli di studio della «docente»? A favorire l’ingresso della truffatrice nella scuola è stato probabilmente il cronico bisogno degli istituti di insegnanti di sostegno: nonostante le ultime assunzioni, la discrepanza tra organico di fatto e di diritto (quelli che servono realmente e quelli che invece sono sulla «carta») fa sì che ogni anno le scuole siano costrette a chiamare anche all’ultimo minuto docenti in aiuto di ragazzi problematici o con handicap più o meno gravi, e che quindi circa 47 mila insegnanti di sostegno su 150 mila siano «in deroga». Un disagio per le famiglie, che a volte fino ad ottobre/novembre non hanno la sicurezza di avere un referente per il proprio figlio. Ma anche per i dirigenti, che per poter definire le caselle vacanti sono costretti a scegliere velocemente e a sistemare i prof disponibili senza eccessive verifiche. Come nel caso della professoressa senza laurea né abilitazione.