Come al solito nessuna proposta organica ma anche le consuete retromarce: eccolo il programma cinque stelle sulla scuola, fatto di distruzione e nessuna proposta, perché chi insegue esclusivamente il consenso cercando di accontentare tutti, poi ha grandi difficoltà nell’articolare un’idea di governo. Con la presentazione del “programma” sulla scuola, sottoposto ai voti del web, il M5S ci racconta quali sono i mali da eliminare: la buona scuola ma anche la legge sulla parità scolastica di Luigi Berlinguer . Tuttavia, mentre dichiarano di volere cancellare la legge escludono dal taglio dei finanziamenti, dopo aver cambiato idea per la centesima volta, il segmento 0-6 che rappresenta il 70% delle scuole paritarie. Andrebbe spiegato loro che cancellando tout court la legge Berlinguer, i fondi alle scuole dell’infanzia comunali scomparirebbero. Come andrebbe spiegato loro che cancellare la legge 107 che si basa sul rilancio dell’autonomia attraverso il potenziamento dell’organico significherebbe rinunciare agli insegnanti assunti proprio a questo scopo. Evidentemente per i 5 stelle non sarà un problema licenziare i docenti assunti.

Ma il cerchiobottismo semantico del M5S, quello il cui obiettivo principale è acchiappare voti facendo contenti tutti, non si pone il problema. Tanto poi si vedrà.
Alle loro giravolte siamo ormai abituati come all’odio ideologico nei confronti del PD visto che è più urgente cancellare la buona scuola della riforma Gelmini che la scuola l’ha distrutta, svuotata di risorse, idee e energie. Comunque, dopo averci comunicato che sarà necessario dare un colpo di spugna agli ultimi vent’anni di storia, non hanno avuto l’accortezza di dirci come hanno intenzione di riempire il vuoto che si creerà dimostrando, come al solito che, oltre gli slogan non c’è niente.

Vuoto a pressione: dietro questa propaganda da quattro soldi non c’è lo straccio di una proposta. Non hanno la minima idea della scuola che vorrebbero costruire. Pensano solo a distruggere oppure a copiare. Non si spiegherebbe altrimenti la proposta di garantire alle scuole maggiori investimenti in tecnologia quando solo nel 2015 il governo Renzi, tra le loro grida indignate, ha stanziato 1 miliardo di euro per la scuola digitale da investire in infrastrutture tecnologiche e in formazione, per studenti, docenti e personale amministrativo. Oppure non si spiegherebbe la loro proposta di investire nella formazione degli insegnanti quando, sempre il governo Renzi, con la legge 107 (da cancellare secondo loro, bene ricordarlo) ha investito 40 milioni di euro nella formazione obbligatoria.

Nel frattempo, nella loro scuola ideale non dovrebbe esserci l’alternanza scuola lavoro perché la dispersione scolastica o la disoccupazione giovanile non sono un problema tanto ci penserà il fantomatico reddito di cittadinanza a sostenere tutti per tutto il corso della vita (qualche idea sulla formazione degli adulti? Ovviamente no). Ma anche di reclutamento, edilizia scolastica, valutazione, inclusione, istruzione professionale nessuna traccia. La loro idea di scuola è quella di smantellare, tanto del doman non v’è certezza.