I cinque stelle sono sicuramente maestri nel vendere teoria avvolta in carta patinata e il nuovo volto del movimento che vuole presentarsi come affidabile e preparato, pronto alla sfida di governo, si presenta come quello dei bravi ragazzi che organizzano convegni di livello su diversi temi. La scuola, si sa, va di moda, e allora perché non parlare di scuola e disabilità? Ma cosa succede poi quando dalla loro bellissima teoria si passa ai fatti? Cosa succede quando i grillini amministrano? Come affrontano il tema dell’inclusione?

Roma: nella capitale la giunta grillina, tra i pochi atti amministrativi che ha approvato, ha tagliato circa 50 milioni di euro per disabili, poveri e scuole. A settembre per molti bambini romani l’anno scolastico è cominciato con il taglio delle ore degli AEC, gli assistenti per gli alunni disabili. Risultato? Molti bambini non sono potuti andare a scuola: mancava chi li aiutasse a mangiare, spostarsi e andare in bagno.

Civitavecchia: non ci sono soldi? Tagliamo il nuoto per i disabili. (Per la cronaca, il progetto è ripartito grazie ad una raccolta fondi da parte di un’associazione e ad un contributo della cassa di risparmio)

Bagheria: succede come a Roma (ed eravamo nel 2014): 80 bambini rimangono a casa perché il comune non garantiva loro l’assistenza a scuola. Ed era stata brava la collega Laura Coccia , da sempre in prima linea sull’inclusione, a sollevare la questione in parlamento.

Tre città di diversa dimensione, tre città con storie differenti ma il filo conduttore è lo stesso: quando arrivano, loro tagliano.

E siccome credo fermamente che i cittadini debbano pretendere una classe politica che sia valutabile rispetto alle scelte fatte e ai progetti realizzati, vi dico cosa abbiamo fatto noi nei #millegiorni sull’inclusione (e parlo solo di scuola, non ti tutto il resto che è molto altro).

Partivamo da una situazioni difficile: sempre più ragazzi disabili e sempre meno insegnanti di sostegno perché mai nessuno aveva pensato ad una classe di concorso solo per loro.
Abbiamo trovato un sistema che si reggeva sulle supplenze temporanee e sui posti in deroga (non si sa mai quanti siano) con una situazione molto diversa tra Nord e Sud. Nel primo caso vi era urgenza di mandare in cattedra insegnanti anche senza titolo (non ne avevamo fisicamente!!!), nel secondo c’era un gran numero di docenti qualificati che restavano a casa a causa del blocco delle graduatorie e dei mancati trasferimenti. Abbiamo affrontato la questione.

Come?
Abbiamo assunto 24mila docenti di sostegno. Con la trasformazione dell’organico di fatto in organico di diritto ci saranno 3.600 posti in più che andranno ad aggiungersi a quelli rimasti vacanti lo scorso anno scolastico e ai prossimi pensionamenti. Ma facciamo un passo indietro. Nel 2015 con il piano assunzionale sono stati assunti 17. 172 docenti di sostegno e con la fase C ulteriori 2. 788 insegnanti. Sono posti che garantiranno continuità e stabilità agli studenti. Abbiamo anche stabilito che in caso di un rapporto positivo con gli alunni e su richiesta delle famiglie, i docenti con contratto a termine possano essere riconfermati per più anni senza passare dalle annuali trafile di assegnazione delle supplenze. A questo risultato si abbina quello di aver mantenuto a 20 il numero di alunni per classe in presenza di un ragazzo disabile o con bes. Tale disposizione, infatti, recepisce quanto previsto dagli articoli 4 e 5 del (DPR) 81/09, contrastando il proliferare delle cosiddette “classi pollaio”.
Abbiamo investito sulla formazione per tutti i docenti, perché l’inclusione è un progetto che riguarda tutta la classe e abbiamo anche istituito un percorso specifico per insegnare nella scuola secondaria.
Abbiamo stabilito che ogni scuola debba avere un piano di inclusione e che questo piano sia oggetto di valutazione.
E’evidente che, per la prima volta, pensiamo ai docenti di sostegno come una categoria specifica valorizzando la loro professionalità e sostenendo i bambini e i ragazzi nel loro percorso scolastico con docenti più preparati e motivati.

Abbiamo previsto un maggiore coinvolgimento delle famiglie e una più puntuale definizione dei compiti degli attori istituzionali coinvolti nei processi di inclusione. Abbiamo incrementato ulteriormente la qualificazione professionale specifica delle Commissioni mediche per gli accertamenti in età evolutiva e introdotto il modello bio-psico-sociale della Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (ICF) adottata dall’OMS nell’ambito del nuovo Profilo di funzionamento, che sarà elaborato dall’Unità di Valutazione Multidisciplinare, con la partecipazione della famiglia, di coloro che hanno in carico la persona con disabilità, nonché garantendo la partecipazione della scuola. Abbiamo introdotto una nuova procedura per il sostegno didattico che tenga conto del Profilo di funzionamento

I ragazzi avranno Piano Educativi Individualizzati. Abbiamo definito una nuova dimensione del Piano Educativo Individualizzato (PEI), che diverrà parte integrante del Progetto Individuale
anche la delega su cui si è aperta un’ampia discussione con le associazioni e le famiglie che, dopo tanti anni di immobilismo, ha portato all’introduzione di novità significative che renderanno migliore il percorso scolastico dei ragazzi disabili e offriranno sostegno alle loro famiglie.

Per raggiungere questi obiettivi abbiamo ascoltato e discusso a lungo con le famiglie, le associazioni e il mondo della scuola. E c’è ancora tantissimo da fare, risorse da aumentare, problemi da risolvere, equilibri da trovare.
Ma noi non tagliamo.
E siamo pronti ad andare avanti. Insieme