SI GONFIANO LE ASSUNZIONI NELLA SCUOLA, MA PER LA MOBILITÀ?

Il prossimo settembre i posti in più in organico di diritto su cui poter disporre immissioni in ruolo non saranno 25mila come annunciato dal ministro Fedeli nei giorni precedenti.

Valeria Fedeli si è dovuta arrendere alla legge di bilancio 2017, con l’abbassamento dell’organico di diritto a 9.600.

Il nuovo organico di diritto 2017/2018 sarà dunque composto dai 601 mila posti dello scorso anno, dai 48 mila del potenziamento e dai 9.600 della trasformazione dell’organico di fatto in diritto.

Ricordiamo ai nostri lettori che l’operazione di trasformazione delle cattedre di fatto in diritto avviene ogni anno per rispondere alle esigenze sopraggiunte e che possono essere date solo a supplenze, in diritto, cattedre stabili su cui fare assunzioni e trasferimenti, è stata una delle battaglie della legge di stabilità.

I 400 milioni di euro messi a bilancio secondo i calcoli del MIUR avrebbero consentito di assumere circa 25 mila nuovi docenti a tempo indeterminato.

Per il MEF, invece, non più di 10 mila, al costo lordo stato di 40 mila euro l’anno.

Dopo ampia discussione tra MIUR e MEF, alla fine si è imposta la linea dell’Economia: i posti sono solo 9600, e l’organico di fatto resta fotografato in 30.262 posti.

Nella bozza di circolare si precisa che le cattedre di diritto dello scorso anno e quelle del potenziamento non saranno redistribuite a livello regionale in base al numero degli studenti iscritti ma avverrà solo per le 9.600 nuove cattedre.

Una decisione queste che comporterà maggiori posti stabili al Sud per le nuove assunzioni. Al Nord invece andranno una quota maggiore di posti di fatto.

Una scelta politica, funzionale all’operazione di svuotamento delle graduatorie e di assorbimento del precariato storico prevista dal decreto sul nuovo reclutamento, ma che penalizza il rientro nelle proprie province degli assunti negli anni precedenti specialmente di coloro che sono stati immessi in ruolo nell’anno scolastico 2015/2016.