NELLA DELEGA SULL’INCLUSIONE SCOLASTICA DEGLI ALUNNI CON HANDICAP LA NORMA CHE CONSENTE AI GENITORI DI CHIEDERE UN NUOVO CONTRATTO PER I DOCENTI NELL’INTERESSE DEL BAMBINO.
I SINDACATI: “La scelta di un lavoratore pubblico non può essere fatta da chi non ha competenze per valutare la didattica speciale”
Con l’approvazione delle deleghe Buona Scuola, i genitori potranno scegliere gli insegnanti. Per il momento solo i docenti di sostegno, ma in futuro se l’esperienza sarà positiva, le famiglie potrebbero decidere sulla nomina di tutti gli altri insegnanti, anche per quelli di posto comune.
La norma è contenuta nel decreto sull’inclusione scolastica, alunni con handicap, DSA e BES.
Il comma che apre alle famiglie la possibilità di intercedere a favore di un docente o quel bravo supplente, è il numero 3 dell’art.14 “Al fine di Al fine di agevolare la continuità educativa e didattica e valutati, da parte del dirigente scolastico, l’interesse dell’alunno e l’eventuale richiesta della famiglia, ai docenti con contratto a tempo determinato per i posti di sostegno didattico – si legge nel testo uscito dal Consiglio dei ministri – possono essere proposti, non prima dell’avvio delle lezioni, ulteriori contratti a tempo determinato nell’anno scolastico successivo”.
È la prima volta che nell’ordinamento normativo italiano il principio del punteggio per l’assegnazione di una supplenza viene subordinato all’eventuale giudizio dei genitori del bambino o ragazzo disabile.
Per il momento, la novità resta un principio sulla carta perché “le modalità attuative del presente comma sono definite con decreto” del ministero dell’Istruzione al regolamento ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca da adottare ai sensi dell’articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988 n. 400, anche apportando le necessarie modificazioni al regolamento sul conferimento delle supplenze.
Considerazioni
La conferma
di un lavoratore pubblico, può passare per il gradimento di una utenza quasi priva delle conoscenze e competenze per valutare le tante variabili che entrano in gioco nell’impartire la didattica speciale?”, si chiede il sindacalista. “La risposta è ovviamente no”.