Sono passati quasi tre mesi e mezzo di estenuanti incontri tra Miur e Sindacati da quando è stata firmata il 29 dicembre scorso l’intesa politica sulla mobilità. Ieri notte i sindacati hanno siglato il contratto sulla mobilità del personale della scuola per il prossimo anno scolastico. Uno dei punti centrali della contrattazione è stata la “chiamata diretta” prevista dalla legge 107/2015 voluta dal governo Renzi.
I sindacati firmatari (Cgil, Cisl, Uil e Snals), esultano per aver ottenuto, che per la chiamata diretta il dirigente scolastico, dovrà seguire i criteri stabiliti dal collegio dei docenti.
Ma per la Gilda degli insegnanti non è sufficiente.
Di Meglio, ha aggiunto che ha apprezzato lo sforzo della ministra Fedeli nel tentare una faticosa mediazione per mitigare temporaneamente gli effetti negativi della riforma. Ma i cosiddetti criteri oggettivi, a cui dovrebbero attenersi i dirigenti scolastici per individuare i docenti da impiegare nella propria scuola, non tengono in alcun conto dell’esperienza professionale maturata nella disciplina insegnata, mentre vengono valorizzate competenze di semplice carattere organizzativo. Anche la possibilità di scegliere fino a un massimo di cinque scuole è transitoria, in quanto – spiega il coordinatore nazionale – dal prossimo anno scolastico opererà in pieno la legge che prevede esclusivamente i trasferimenti su ambiti territoriali”.
“Le problematiche, dunque, si riproporranno inalterate e immaginiamo già -afferma Di Meglio- lo stato di confusione in cui si ritroveranno le scuole che dovranno provvedere alla chiamata diretta.
L’obiettivo della Gilda resta perciò l’urgente modifica della legge 107 con l’eliminazione di ambiti e chiamata diretta”.